La primavera, con il suo tripudio di colori e fioriture, è il momento ideale anche per dar vita alla propria biopiscina o al proprio biolago.
Non solo perché il ritorno delle temperature miti e il caldo solo di fine marzo aprono una finestra sui lunghi pomeriggi all'aria aperta che ognuno di noi si appresta a vivere, ma anche e soprattutto perché consentono di eseguire i lavori di realizzazione del lago naturale e dell'eco piscina relativamente in fretta.Vale a dire, giusto in tempo per consentire - già con l'arrivo dell'estate - i primi bagni ristoratori.
Contrariamente a quanto si pensa, infatti, non servono anni per portare a regime uno specchio d'acqua purificato attraverso la fitodepurazione. Per un biolago che misura intorno ai 100/120 metri quadrati (ideale per una famiglia di 6 persone) bastano una ventina di giorni per la realizzazione della struttura e dell'impianto, cui vanno aggiunte 3 o 4 settimane per l'avvio delle attività di purificazione dell'acqua tramite il filtro biologico.
La tempistica si allunga leggermente per le biopiscine che – complice l'esigenza di far maturare i cementi - necessitano di qualche giorno in più (all'incirca 1 mese) per la realizzazione della struttura. Anche in questo caso, però, bastano poi poche settimane per vedere l'impianto naturale entrare a regime e consentire a tutta la famiglia di godersi un bagno rigorosamente all'insegno della purezza e ecocompatibilità.
Inutile dire che con il tempo il vostro biolago e la vostra piscina naturale acquisiranno fascino e magia grazie alla crescita e proliferazione delle piante acquatiche deposte.
Quali? Nel ’90 per cento dei casi, per la fitodepurazione delle biopiscine e dei biolaghi si utilizza l'Iris Pseudoacorus, il cosiddetto “giaggiolo acquatico” appartenente alla famiglia delle Iridacae: una pianta dal fiore dalla forma decisamente suggestiva e dal coloro giallo brillante che ha un'ottima fioritura a maggio e deve essere semplicemente potato in inverno.
In alternativa, possono essere usati anche l'Equisetum palustre - detto anche “Coda cavallina”, della famiglia delle Equisetaceae - o l'Equisetum Hyemale, comunemente noto come equiseto ruvido. Entrambi non fioriscono ma sono molto decorativi e non necessitano di forti potature perché rimangono verdi anche in inverno. Altre piante che possono essere impiegate sono Carex Riparia, Carex pendula, Acorus calamus, Menta Cervina e Menta Acquatica Rubra, che non hanno però fiori evidenti e vanno rigorosamente potate in autunno. C'è poi la possibilità di inserire zone di Schizostylis Coccinea, una pianta erbacea nativa del Sudamerica che pur essendo un po' meno depurativa di altre è estremamente decorativa ed ha il vantaggio di avere una fioritura ritardata (fine estate.- inizio autunno) con splendidi fiori rossi.
Per una fioritura precoce – già a marzo - si può invece optare per una Caltha polipetala o una Caltha palustris: entrambe hanno fiori gialli e sono piante perenni che richiedono una manutenzione praticamente nulla. Molto suggestiva, infine, è la “classica” ninfea, un genere di pianta appartenente alla famiglia delle Nymphaeaceae dai fiori acquatici molto grandi e decorativi. Se si opta per le specie tropicali, è indispensabile ricoverare le ninfee all’interno durante la stagione fredda, accortezza che invece non deve essere osservata nelle regioni del Sud Italia.
Volendo, si possono aggiungere anche fioriture più evidenti che arricchiscono ulteriormente la composizione floristica e la tavolozza di colori e portano volumi differenti che movimentano la coreografia della zona di filtrazione: un esempio è quello della Pontederia azzurra, della Zantedeschia bianca o della Talia Dealbata lilla, come dell'Ibiscus militari o palustris che va dal rosso carminio al rosa tenue passando per il bianco.
Tendenzialmente, tutte le piante indicate per la depurazione possono essere utilizzate in qualsiasi zona d'Italia, aumentando in percentuale la quantità di Equisetum e di Carex Riparia nelle zone più fredde dal momento che sono piante che vivono benissimo anche a quote molto elevate.